Letteratura

Con il post di oggi, suggeriamo la lettura di un lavoro di recentissima pubblicazione, realizzato dal team dei Prof.ri Perinetti e Contardo che, ancora una volta, ci fornisce delle indicazioni squisitamente cliniche relative alle caratteristiche ed alle modalità di crescita dei nostri pazienti. Cosa succede alle ossa dei nostri pazienti in crescita? C’è differenza nella crescita tra pattern di Classe I e pattern di Classe II? Come possiamo individuare il momento giusto in cui intervenire con i nostri trattamenti funzionali? A queste domande ed a molte altre diamo risposta leggendo l’articolo!

 

Circumpubertal maxillomandibular growth in untreated subjects with skeletal Class II relationship: a controlled longitudinal study according to the third finger middle phalanx maturation

Perinetti G., Sbardella V., Bertolami V., Contardo L. and Primozic J.

 Am J Orthod Dentofac Orthop 2022 Dec;162(6):937-946.

 

OBIETTIVO

Comparare i cambiamenti dovuti alla crescita sagittale del mascellare superiore e della mandibola in soggetti con relazione scheletrica di Classe I e di Classe II, a partire dalla fase di sviluppo prepuberale fino alla fase postpuberale e, in particolare, durante il periodo circumpuberale, secondo il metodo della maturazione della falange media del dito medio (MPM) modificato.

 

IL LAVORO

Sono stati selezionati soggetti non trattati con relazione scheletrica di Classe I e Classe II dai file del Burlington Growth Study. La scelta è avvenuta solo se ciascuno di essi possedeva una serie ininterrotta sia di teleradiografie latero-laterali sia di radiografie della mano e del polso per un periodo che andava dai 9 ai 16 anni di età. I soggetti in Classe I sono stati individuati come aventi ANB tra 1° e 4°, mentre i soggetti in Classe II un ANB ≥5°.

Da un iniziale campione di 100 soggetti, ne sono stati selezionati 32 (13 maschi, 19 femmine), equamente distribuiti tra i gruppi Classe I e Classe II, senza una significativa differenza nella distribuzione per quanto riguarda il sesso.

Per ciascuna teleradiografia, è stato applicato un protocollo digitalizzato e customizzato di analisi, che prevedeva 11 punti di riferimento, e conseguenti 7 valori angolari e 5 distanze lineari (vedi immagine). A proposito del Wits appraisal, il valore è stato calcolato sul piano MMBP, ovvero il piano bisecante l’angolo tra i piani mascellare PP (ANS-PNS) e mandibolare MP (Go-Me), e non sul piano occlusale, per evitare le differenze nell’individuazione del piano occlusale durante le varie fasi di dentizione nel corso degli anni.

 

La definizione dello stadio di maturazione della falange media del medio (MPM) è stata eseguita da un operatore esperto ad ogni intervallo di un anno di età. È stato usato il metodo MPM modificato, così come definito da Perinetti e Contardo nel 2017. Gli stadi 2 e 3 sono stati identificati come corrispondenti all’inizio ed al picco di massima crescita mandibolare rispettivamente.

 

RISULTATI

L’analisi cross-section non ha mostrato alcuna differenza significativa tra i valori cefalometrici dei soggetti in Classe I e in Classe II. Le uniche eccezioni sono risultate dai valori di ANB e Wits, significativamente maggiori nei pazienti in Classe II, e dalla differenza maxillo-mandibolare, signficativamente minore in questi stessi soggetti.

L’analisi longitudinale nell’ambito di ciascun gruppo e per entrambi i gruppi ha mostrato un aumento significativo tra i 9 e i 16 anni della distanza CoA, di SNB, di CoGn e CoGo, e della differenza maxillo-mandibolare. Invece Wits e gli angoli SN^MP e CoGoMe si sono ridotti in maniera significativa tra i 9 e i 16 anni.

SNA è aumentato nel tempo in entrambi i gruppi, anche se questo aumento ha raggiunto livelli statisticamente significativi solo nei soggetti in Classe I. Tuttavia, un incremento di SNA, sebbene meno marcato, è stato riscontrato anche nei soggetti in Classe II.

Infine, i cambiamenti complessivi di tutti i parametri cefalometrici analizzati sono stati simili tra i gruppi, senza differenze statisticamente significative, fatta eccezione per la distanza CoGn, significativamente più bassa in soggetti in Classe II.

Andando a rapportare i cambiamenti cefalometrici non solo ai due gruppi di studio, ma anche all’analisi MPM, è risultato che i cambiamenti dei valori lineari di CoA, CoGn e CoGo hanno manifestato un chiaro picco in corrispondenza di una valore medio di MPM pari a 3.1. Allo stesso modo, un picco ben netto si è avuto con SNA, ma solo per i soggetti in Classe I, mentre nei soggetti in Classe II è stato meno evidente.

 

DISCUSSIONE

Al meglio delle nostre conoscenze, questo è il primo studio che riporta un chiaro picco di crescita mandibolare in soggetti con relazione scheletrica di Classe II, generalmente concomitante con il passaggio dallo stadio MPM 2 ad MPM 3.

L’esistenza di un picco di crescita mascellare e mandibolare in soggetti in Classe II può essere di rilevanza clinica in termini di timing di intervento dei trattamenti ortopedici, potendo aspettarsi in questa fase una crescita condilare più responsiva agli stimoli meccanici.

Inoltre, questo studio ha per primo individuato l’anno del picco di crescita maxillo-mandibolare individuale, e lo ha fatto definendolo come l’anno in cui si è registrato il più alto valore medio di CoA, CoGn e CoGo. Sulla base di questo incremento, è stato associato sia l’intervallo di età sia lo stadio MPM.

I risultati di questo lavoro, in linea con quelli di precedenti ricerche, hanno dimostrato una crescita verticale simile tra Classe I e Classe II, anche se talvolta alcuni precedenti articoli riportavano una evidenza a favore di una maggiore divergenza nelle Classi II.

Come già accennato sopra, seguendo i cambiamenti del valore lineare CoA, è risultato evidente un picco di crescita mascellare in entrambi i gruppi. Tuttavia, è stato registrato un incremento annuo significativamente maggiore di questo valore nei soggetti in Classe II prima del picco di crescita (corrispondente ad un valore medio di MPM di 2.1). Detto ciò, va sottolineato che la differenza assoluta tra i due gruppi è stata <1mm, quindi clinicamente poco rilevante.

Tra i 9 e i 16 anni, il deficit di lunghezza mandibolare totale (distanza CoGn) nei soggetti in Classe II è stato di 2.5 mm. Questo valore è in linea con i risultati di studi precedenti che hanno utilizzato campioni simili (Sthal et al 2008; Kerr and Hirsh 1987).

Per la precisione, è stato rilevato un chiaro picco di crescita in entrambi i gruppi  sia per la lunghezza mandibolare totale (distanza CoGn) sia per la lunghezza del ramo (distanza CoGo). L’attuale evidenza in termini di cambiamenti annui mostra che sia i soggetti in Classe I, sia quelli in Classe II possono avere un comportamento simile per quanto riguarda la crescita facciale, compresa la mandibola. Come risulta dai dati raccolti dagli Autori, le differenze registrate a 9 anni né migliorano né peggiorano durante la pubertà. Quindi il deficit di crescita mandibolare circumpuberale non è dovuto alla mancanza di un picco di crescita. Al contrario, questo studio evidenza che il picco di crescita maxillo-mandibolare appare generalmente tra gli stadi MPM 2 e 3, anche nei soggetti in Classe II.

 

CONCLUSIONI

I dati riportati in questo lavoro mostrano che la malocclusione scheletrica di Classe II, sebbene presenti un trend di crescita maxillo-mandibolare simile a quella di soggetti in Classe I, ha un deficit mandibolare già definito in fase pre-puberale.

La relazione scheletrica di Classe II non si auto-corregge, pertanto un trattamento specifico di tipo funzionale risulta essere efficiente quando eseguito durante la pubertà.