Letteratura

Buongiorno a tutti! Cercando di fornire sempre indicazioni cliniche su basi scientifiche, oggi parleremo di canini inclusi. Sappiamo, infatti, che il trattamento dei canini inclusi rappresenta una sfida per tutti gli ortodontisti. Seguire le giuste procedure, ortodontiche e chirurgiche, diventa importante per ottenere un risultato ottimale, non solo estetico, ma anche parodontale. L’articolo scelto risponde bene a queste necessità.
Buona lettura!

 

Preorthodontic uncovering and autonomous eruption of palatally impacted maxillary canines

V. G. Kokich

Semin Orthod 2010;16:205-211

 

OBIETTIVO

Discutere dei vantaggi dell’esposizione chirurgica pre-ortodontica e dell’eruzione spontanea dei canini mascellari ad inclusione palatale.

 

IL LAVORO

I canini mascellari sono i denti che più frequentemente vanno incontro ad inclusione, dopo i terzi molari mandibolari.  E la loro posizione di inclusione è più spesso palatale palatale (Johnston 1968).

A seconda del momento in cui viene intercettato un canino incluso o a rischio inclusione, l’approccio può essere di tipo preventivo oppure chirurgico.

Molto spesso infatti, se la corona del canino e solo leggermente dislocata e non si trova dietro la radice dell’incisivo laterale, la sola estrazione del corrispondente deciduo può favorire uno spontaneo reindirizzamento del dente a rischio (Ericson e Kurol, 1986; Jacobs 1996). A questo approccio può essere utile associare meccaniche che favoriscano la creazione di ulteriore spazio tra l’incisivo laterale e il primo molaretto o il primo premolare permanente.

Tuttavia, molto spesso il paziente arriva all’osservazione in una fase successiva, quando è necessaria l’esposizione chirurgica per riportare in arcata il dente incluso.

In questo caso, le opzioni che si presentano sono 2: eruzione spontanea o eruzione guidata.

L’eruzione guidata, spesso eseguita con tecnica a cielo coperto, è probabilmente l’approccio più comunemente utilizzato dagli ortodontisti. Essa prevede l’applicazione di forze ortodontiche atte a guidare il canino incluso nella sua posizione finale.

La tecnica richiede l’apertura di un lembo con esposizione del dente, il bonding di una catenella metallica, la chiusura del lembo e l’applicazione di forze ortodontiche. Vari lavori condotti nel corso degli anni, hanno messo in evidenza la necessità di applicare forze in direzione dapprima palatale, per allontanare la corona del canino dalla radice del laterale (Becker e Zilberman, 1978), e poi vestibolare, per portare il canino verso la cresta alveolare. Il mancato rispetto di questa sequenza di movimenti comprometterà i livelli ossei tra canino e incisivo laterale, oltre al rischio di determinare riassorbimento della radice di quest’ultimo.

In questo articolo, gli Autori hanno analizzato i vantaggi derivanti dalla tecnica basata sull’esposizione pre-ortodontica del canino incluso e sulla sua conseguente eruzione spontanea. Tale approccio prevede:

  • Scollamento di un lembo mucoperiostale palatale, apicalmente al solco gengivale dell’incisivo laterale e centrale, al di sopra della regione di inclusione;
  • Rimozione del sottile strato osseo che ricopre la corona del canino incluso;
  • Applicazione di un bracket o di un occhiello sulla superficie del dente incluso;
  • Riposizionamento del lembo, sutura e realizzazione di un opercolo in corrispondenza della corona del canino;
  • Copertura del difetto con un tappo in materiale fotopolimerizzabile, meccanicamente mantenuto in sede dal bracket/occhiello.

Si consiglia di fare riferimento all’articolo originale per la galleria di immagini.

Con questa tecnica, se è rimossa una quantità sufficiente di osso, il dente eromperà in arcata nel giro di 6-9 mesi.

Gli Autori riportano diversi vantaggi associati a questo tipo di approccio:

  1. Non sono necessarie meccaniche ortodontiche per far erompere il canino. La corona del canino eromperà verso il centro del palato e lontano dalle radici di incisivo centrale e laterale.
  2. Durata del trattamento ortodontico ridotta. L’esposizione del canino può avvenire prima del bracketing e l’apparecchiatura ortodontica può essere posizionata solo quando il canino è erotto e pronto ad essere spostato.
  3. Migliori condizioni di salute ossea e parodontale del canino erotto spontaneamente, rispetto a quello trazionato a cielo coperto.

 

Alcune osservazioni

È opportuno, inoltre, riportare alcune osservazioni degli Autori su determinate caratteristiche della tecnica in esame.

La prima riguarda la necessità o meno di rimozione dell’osso palatale e la realizzazione dell’opercolo. Ci si potrebbe chiedere, infatti, come mai un canino incluso erompa spontaneamente solo quando svincolato dalla barriera ossea e mucosa che lo ricopre. Gli Autori ritengono che il follicolo del canino non abbia la capacità di penetrare la corticale palatale e lo spesso tessuto gengivale.

La seconda osservazione riguarda la permanenza dell’opercolo dopo la chirurgia di esposizione e la necessità di posizionamento del tappo in materiale fotopolimerizzabile. Quest’ultimo ha lo scopo di di proteggere la ferita e favorirne la guarigione, ma anche di evitare la neoformazione di tessuto osseo e gengivale al di sopra del dente in eruzione.

La terza questione sorge in merito all’efficacia di questa tecnica in presenza di canini orizzontali. La casistica portata dagli Autori rivela che, nonostante la posizione iniziale più orizzontale, i canini riescono comunque ad erompere spontaneamente in maniera favorevole. L’unica differenza è la durata del processo, che si allunga fino a durare all’incirca 1 anno.

Infine, per quanto riguarda il trattamento dei soggetti adulti, gli Autori hanno osservato che nei giovani adulti l’eruzione spontanea avviene più lentamente. Mentre nei pazienti di età superiore ai 30 anni, gli Autori prediligono una eruzione attiva.

 

CONCLUSIONI

Gli Autori concludono che l’esposizione preortodontica e l’eruzione spontanea dei canini inclusi palatalmente consente un risultato semplificato, predicibile, biologicamente valido, meno complesso e più estetico nei giovani pazienti e può ridurre in maniera sostanziale i tempi di trattamento, dal momento che i brackets vengono posizionati soltanto quando il canino è erotto sul palato.