Buongiorno a tutti lettori e lettrici del nostro blog!
Oggi parleremo di tre splendidi articoli di una delle riviste più importanti nel panorama ortodontico mondiale, Seminars in Orthodontics.
Analizzeremo alcuni lavori presenti nell’edizione di Dicembre 2024, edita dal Dott. Miguel Hirschhaut che ha affrontato il tema “Management of Complex Malocclusions”.
Questo articolo sul blog aprirà poi la strada, nelle settimane a venire, all’analisi dell’edizione di Seminars di Giugno 2001, incentrata sulla Alexander Discipline.
Il focus degli articoli selezionati è la gestione dei problemi verticali, un indiretto rimando alla copertina del libro del dottor Alexander “The Alexander Discipline: Unusual and Difficult Cases”, che ritraeva un morso aperto anteriore.
Ecco a voi i 3 articoli selezionati:
Non-surgical management of extreme vertical problems with micro-implants
Moon & Paredes
Seminars in Orthodontics, Volume 30, Issue 5, 632 – 647 Dec 2024
Questo articolo esplora l’uso di micro-ancoraggi (micro-implants, MI) per correggere problematiche verticali estreme nei pazienti adulti senza ricorrere alla chirurgia ortognatica. Gli autori mostrano come l’intrusione posteriore ottenuta con MI possa indurre una rotazione antioraria della mandibola, migliorando l’estetica facciale nei soggetti iperdivergenti e facilitando la stabilità del risultato.
Punti chiave:
• Nei casi di eccesso verticale, l’intrusione molare tramite MI può migliorare l’estetica mandibolare e ridurre la necessità chirurgica.
• Nei pazienti ipodivergenti, si può intervenire con estrusioni per aumentare l’altezza facciale.
• L’articolo introduce il concetto di “muscle length-tension curve” per spiegare come l’adattamento muscolare post-trattamento migliori la stabilità a lungo termine.
• Sono illustrati diversi casi clinici, tra cui un paziente di 50 anni con open bite grave risolto in 24 mesi con ottimi risultati a 40 mesi.
Management of open bite in patients with temporomandibular joint degeneration
Hsu et al.
Seminars in Orthodontics, Volume 30, Issue 5, 712 – 718 Dec 2024
Questo articolo tratta un tema complesso: l’open bite acquisito in pazienti con degenerazione dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM). Gli Autori sottolineano l’importanza di una diagnosi precoce e accurata e propongono l’uso di dispositivi di ancoraggio temporaneo (TSADs) per ottenere l’intrusione molare necessaria a chiudere il morso aperto.
Punti chiave:
• L’open bite da degenerazione condilare si sviluppa spesso rapidamente e richiede un controllo della patologia ATM prima di qualsiasi trattamento ortodontico.
• L’uso di bite diagnostici aiuta a monitorare l’attività condilare e guidare il piano terapeutico.
• Quando possibile, si evita la chirurgia attraverso l’intrusione dei molari e la rotazione mandibolare, ma in casi gravi o con apnea ostruttiva, si consiglia il trattamento combinato ortodontico-chirurgico.
• I pazienti devono essere avvisati del rischio di recidiva post-trattamento, simile per approcci chirurgici e non.
Non potevamo non concludere con l’articolo del Dott. Miguel Hirschhaut che offre una straordinaria panoramica sul tema delle malocclusioni complesse completata da una bellissima iconografia che ci aiuta a districarci in questi casi così stimolanti:
An Introduction to the systematic evaluation and management of complex malocclusions
Hirschhaut et al.
Seminars in Orthodontics, Voleme 30, Issue 5, 475-481 Dec 2024
I casi ortodontici complessi richiedono ben più che un trattamento tecnico: servono visione globale, collaborazione interdisciplinare e comunicazione impeccabile con il paziente. Con l’aumento di adulti che cercano il “social media smile”, gli ortodontisti si trovano sempre più spesso a gestire aspettative irrealistiche e condizioni cliniche articolate.
Il trattamento di questi pazienti richiede un team integrato (protesista, parodontologo, chirurgo maxillo-facciale, endodontista, medico di base, ecc.) e un approccio simile a un’orchestra: ogni specialista interviene nel momento giusto, con l’ortodontista spesso al centro della coordinazione.
Aspetti chiave del trattamento:
Consenso informato continuo: deve essere un processo evolutivo, non solo un documento firmato.
Educazione del paziente: essenziale per chiarire limiti, costi e tempi.
Diagnosi tridimensionale (CBCT): oggi imprescindibile per pianificare movimenti ortodontici sicuri in base alla morfologia ossea.
Tecnologie digitali: CAD/CAM, allineatori personalizzati, TADs e pianificazione virtuale hanno trasformato la gestione dei casi complessi.
Movimenti ortodontici “personalizzati”: non esistono più limiti fissi, ma devono essere valutati su base individuale, considerando osso disponibile, biotipo parodontale e approcci complementari (chirurgia, corticotomie, innesti).
Trattamenti ibridi: combinazioni di meccaniche fisse, TADs e allineatori sono spesso la norma nei casi più articolati.
Aspetti estetici e funzionali: compromessi sono a volte inevitabili, soprattutto nei pazienti che rifiutano soluzioni chirurgiche o presentano gravi perdite ossee.
Infine, i casi complessi sono un’occasione formativa unica per ogni ortodontista: affrontarli con metodo e apertura mentale significa crescere come clinici e come comunicatori.
Siamo giunti alla fine della nostra disamina.
Augurando a tutti voi una piacevole continuazione di giornata e di settimana, vi aspettiamo al prossimo post.
Denis Bignotti
Davide Vaccaro