Letteratura

E’ con grande piacere che oggi raccogliamo l’invito alla lettura del presidente dell’Alexander Discipline Study Club of Italy, il dott. Roberto Perasso.
Il dott. Perasso, oltre ad essere il nostro presidente e un eccellente professionista, è membro attivo EAED (European Academy of Esthetic Dentistry) e IAED (Italian Academy of Esthetic Dentistry), ed è Professore a Contratto presso la Scuola di Ortodonzia dell’Università di Trieste.
Non possiamo, dunque, non approfittare di questa interessantissima lettura!

 

Molti ortodontisti definiscono il loro lavoro come il più bello del mondo. Se ci fermiamo un attimo a riflettere a mente fredda, ci rendiamo conto di quanto questa espressione sia di parte. Nonostante ciò, la condividiamo appieno.
Il nostro è effettivamente il mestiere più bello del mondo perché possediamo la fortuna e la responsabilità di far sorridere i nostri pazienti. Per fare ciò, sono richieste  studio, competenze, dedizione e analisi. Diagnosi e pianificazione adeguata dei movimenti necessari per creare un bel sorriso devono essere il nostro pane quotidiano.

Tuttavia i calcoli matematici che dovrebbero fare di noi degli scienziati si mescolano con il nostro senso artistico, dal momento che la ricerca del bello nella “perfezione” dell’anatomia ha quasi sempre la priorità.
Sebbene gli smile design convenzionali enfatizzino l’uso di analisi matematiche del volto e si basino su concetti di simmetria, è ormai noto che il viso di una persona è asimmetrico ed è proprio questa asimmetria a renderlo gradevole nel complesso. Nel 2003 Gebhard parlava di “imperfezioni perfette”, riferendosi alla natura asimmetrica della faccia.

A partire da tale premessa, gli Autori di questo lavoro introducono il cosiddetto Facial Flow concept, con l’idea di fornire un nuovo approccio e nuove linee guida per un’analisi globale e naturale del volto.

 

The Facial Flow concept: an organic orofacial analisys – the vertical component

B.P. Silva, E. Mahn, K. Stanley e C. Coachman

J Prosthet Dent 2019 Feb;121(2):189-194

 

QUESITO

Presentare il Facial Flow concept e definire la Facial Flow Line.
Il concetto si basa sulla percezione umana e aiuta a capire l’organizzazione reciproca delle strutture facciali.

IL LAVORO

Nonostante l’abbondante letteratura prodotta nel tempo, che ha avuto l’intento di definire la mediana facciale come una linea dritta che suddivideva il volto in due metà e di individuare tutta una serie di linee, parallele e perpendicolari tra loro, che fungessero da reperi per la costruzione di una estetica facciale armonica, gli Autori ritengono che un approccio basato su tali linee sia superfluo e poco o per nulla realistico.
Infatti, le varie linee facciali e le componenti anatomiche del volto non devono essere necessariamente parallele o simmetriche per essere esteticamente accettabili.

Il lavoro parte da un assunto. L’occhio umano è in grado di “vedere” una linea – senza necessariamente disegnarla – quando due o tre punti sono posti uno dopo l’altro.
Nel viso di una persona questi punti sono rappresentati dalla glabella, dal dorso del naso, dal filtro labiale e dal mento.
E la linea che li congiunge non è sempre dritta.
Gli Autori la definiscono Facial Flow Line e la considerano il fondamento dell’intera architettura facciale. Tutte le altre strutture hanno una posizione relativa rispetto a questa linea, responsabile del senso di armonia ed equilibrio.
Nell’idea degli Autori, la Facial Flow Line crea una sorta di campo di forza al centro del volto che permette al clinico di meglio comprendere la disposizione e l’organizzazione delle strutture facciali e pianificare il trattamento in maniera più predicibile, estetica e funzionale.

La maggior parte delle persone presenta un pattern di asimmetria in cui alcune strutture, come il naso o il mento, sono deviate dallo stesso lato. Pertanto, il modo migliore per ottenere un risultato armonico e bello è “seguire il flusso”. Se, infatti, una piccola deviazione o inclinazione, come quella della linea interincisiva superiore, si verifica lungo la stessa direzione della Facial Flow Line, essa sarà meno percepita dall’occhio umano perché mimetizzata tra le altre strutture.
Ne consegue che, quando ci troviamo a studiare un caso, la prima cosa da fare dovrebbe essere individuare la linea di flusso e scoprire verso quale lato essa devia. Gli Autori definiscono “zona verde” l’emivolto verso il quale la Facial Flow Line devia e “zona rossa” il latto opposto.
In alcuni pazienti la Facial Flow Line non ha alcuna deviazione e tutti i punti cadono sulla stessa linea. In altri, i vari punti hanno un andamento irregolare, ovvero alcuni sono spostati verso destra e altri verso sinistra, senza un ordine preciso. Entrambe queste situazioni non presentano zone verdi e rosse e il flusso è neutro.

Queste affermazioni trovano perfetta esplicazione nel caso clinico che gli Autori presentano nell’articolo a supporto della loro tesi. Una paziente donna di 44 anni si presenta con la richiesta di un miglioramento estetico del sorriso. Applicando il Facial Flow Concept, risalta una deviazione del mento verso destra e, di conseguenza, una Facial Flow Line curva verso l’emivolto destro. Sulla base di quanto affermato sopra, un trattamento odontoiatrico ed ortodontico non può prescindere dal seguire il flusso del volto. Pertanto è stato pianificato e realizzato un piano di trattamento in cui la linea interincisiva superiore fosse leggermente inclinata verso destra (la Green Zone) e, quindi, si mimetizzasse con le altre strutture facciali.

Consiglio degli autori

Per eseguire una adeguata analisi del volto, gli autori suggeriscono di:

  • Eseguire l’analisi su fotografie e registrazioni video del social smile del paziente
  • In caso di eccessiva discrepanza tra social smile e sorriso spontaneo, eseguire la valutazione su entrambi i sorrisi
  • Utilizzare delle registrazioni video, dal momento che ciò che conta nella bellezza è il movimento e non la staticità.

CONCLUSIONI

Sebbene gli smile design convenzionali abbiano spesso enfatizzato l’uso di analisi matematiche del volto e del sorriso, non è sempre obbligatorio aderire a questi principi per ottenere un risultato estetico. Il Facial Flow Concept fornisce un approccio organico, intuitivo e percettivo, rispettando la natura asimmetrica del volto umano.