Letteratura

Con il post di oggi completiamo il discorso iniziato due mesi fa, relativo al trattamento intercettivo di canini dislocati palatalmente.

Se vuoi rileggerlo, ecco il link: https://alexanderdiscipline.it/un-grande-classico/

L’articolo di oggi, più recente, ci aiuta a mettere nero su bianco su come implementare la possibilità di far erompere canini superiori a rischio inclusione, quando intervenire e quali fattori prognostici individuare per raggiungere l’obiettivo.

Buona lettura a tutti!

 

Effect of rapid maxillary expansion and transpalatal arch treatment associated with deciduous canine extraction on the eruption of palatally displaced canines:
a 2-center prospective study
L. M. Singer, T. Baccetti and J. A. McNamara Jr
Am J Orthod Dentofacial Orthop 2011;139:e235-e244

 

QUESITO

Analizzare l’effetto dell’espansione rapida del palato seguita dall’utilizzo di una barra transpalatale e dall’estrazione del canino deciduo sul tasso di eruzione di canini permanenti dislocati palatalmente, in pazienti in dentizione mista tardiva.

Oltre a ciò, valutare l’origine genetica della dislocazione palatale del canino indagando sulla sua associazione con altre anomalie dentali genetiche e individuare caratteristiche prognostiche associate al successo del trattamento intercettivo.

PREMESSA

La dislocazione palatale del canino mascellare (PCD) è un disordine genetico precursore dell’inclusione canina. Quest’ultima interessa dallo 0.2% al 2.3% della popolazione ortodontica. Un trattamento intercettivo riveste un ruolo importante nella gestione di questa condizione dal momento che l’eventuale inclusione del canino comporterà un allungamento dei tempi di trattamento, una complicazione delle meccaniche e un aumento dei costi biologici e non.

Come visto nel post precedente, il trattamento intercettivo più comune consiste nell’estrazione del canino deciduo corrispondente. Tuttavia, uno studio di Baccetti et al. ha messo in evidenza che il tasso di eruzione di un canino dislocato aumenta notevolmente (fino all’88%) quando si associano forze che impediscano la migrazione mesiale dei denti posteriori dopo l’estrazione del deciduo (come una trazione extra-orale).

Cosa succede, invece, con l’espansione palatale rapida, seguita dall’estrazione di C e dall’utilizzo di una barra transpalatale? E cosa si verifica se tale espansione viene eseguita in dentizione mista tardiva?

IL LAVORO

Sono stati selezionati 70 soggetti (T1), suddivisi in due gruppi: gruppo trattato (TG; 40 soggetti, 25 ragazze e 15 ragazzi) e un gruppo controllo (CG; 30 soggetti, 18 ragazze e 12 ragazzi)

I 40 pazienti del gruppo trattato sono stati sottoposti al seguente protocollo di trattamento:

  • Espansore Palatale Rapido (1 attivazione al giorno fino a circa 7 mm di espansione), mantenuto in bocca dopo la fase attiva di attivazione per circa 4-5 mesi.
  • Barra transpalatale bondata sui primi molari per prevenire il loro movimento mesiale durante le fasi di permuta.
  • Durante il periodo con BTP, estrazione dei canini decidui.

La selezione iniziale dei pazienti è stata eseguita sull’ortopantomografia utilizzando i parametri proposti da Ericson e Kurol (Ericson and Kurol, 1986):

  • Angolo 𝛂, angolo formato dall’asse del canino con la linea interincisale; definisce l’inclinazione del canino in inclusione;
  • Distanza d, distanza tra la cuspide del canino e la linea occlusale passante per i margini incisali e le cuspidi dei denti erotti; definisce l’altezza di inclusione del canino;
  • Settore (da 1 a 5), definisce la posizione mediale del canino sul piano frontale; all’aumentare del settore aumenta la difficoltà di eruzione e il rischio di riassorbimenti radicolari a carico degli incisivi.

La determinazione dello stadio di crescita è stata eseguita sulla teleradiografia latero-laterale utilizzando l’indice di maturazione vertebrale (CVM; Baccetti et al. 2005).

Lo sviluppo radicolare dei canini inclusi è stato valutato mediante il metodo sviluppato da Nolla (Nolla 1960).

Infine, gli Autori hanno indagato altre eventuali anomalie genetiche associate: incisivi laterali mascellari microdontici, agenesia dei secondi premolari, dislocamento distale dei secondi premolari mandibolari in eruzione e infraocclusione dei molaretti decidui.

La rivalutazione (T2) è avvenuta in una fase di dentatura permanente precoce e con indice vertebrale in fase CS5 o 6.

Solo due soggetti, uno per ogni gruppo, ha abbandonato la sperimentazione. Ciò non ha influenzato la potenza statistica.

Il trattamento è stato considerato di successo se l’eruzione del canino è avvenuta spontaneamente e poneva il dente in condizione di essere bondato.

RISULTATI

L’analisi dei dati raccolti ha portato ai seguenti risultati:

  • Il tasso di eruzione di canini dislocati palatalmente è stato del 79,5% (31 soggetti) per il TG e 27,6% (8 soggetti) per il CG. Il confronto è stato statisticamente significativo (chi-quadro = 16.26; rapporto di probabilità = 19.05; P<0.001).
  • Nel gruppo TG, il tasso di prevalenza per canini in lieve dislocazione (settori 1 e 2) è stato significativamente maggiore nei soggetti trattati con successo rispetto a quelli nei quali il trattamento non è andato a buon fine. Ciò significa che minore è il settore di dislocazione, maggiori saranno le probabilità di risoluzione della dislocazione.
  • Relativamente alla fase di crescita dei pazienti, la prevalenza di soggetti che a T1 si trovava in uno stadio di crescita puberale (CS3 o 4) era significativamente maggiore nei casi trattati senza successo rispetto a quelli trattati con successo. Da ciò si può concludere che all’aumentare dell’età, aumenta il rischio di inclusione.
  • In entrambi i gruppi, è risultato che i casi di insuccesso si associavano ad un più avanzato sviluppo della radice del canino incluso.
  • Pazienti con canini inclusi palatalmente hanno manifestato una prevalenza significativa di incisivi laterali di dimensioni ridotte (P<0.001, 6 volte maggiore rispetto al CG), secondi premolari inferiori dislocati distalmente (P<0.001, 3 volte maggiore rispetto alla popolazione di controllo) e infraocclusione dei molaretti decidui (P<0.05, 2.5 volte rispetto alla popolazione di controllo). Non è stata trovata alcuna prevalenza significativamente aumentata di agenesie dei secondi premolari.

CONCLUSIONI

Riassumendo quanto contenuto nell’articolo, potremmo ricavare un breve elenco di fattori prognostici positivi, molto utili quando ci troviamo di fronte ad un paziente con canini superiori dislocati palatalmente:

  1. Settore di inclusione 1 o 2: maggiore è la dislocazione mesiale del canino incluso, maggiore sarà il rischio di insuccesso del nostro trattamento
  2. Fase di crescita prepuberale CS1 e CS2: più il paziente è “giovane”, più aumentano le probabilità di successo del nostro trattamento
  3. Grado di maturazione radicolare del canino incluso e presenza di apici ancora aperti: una radice non ancora completamente formata aumenta le probabilità di risoluzione della dislocazione
  4. Assenza di altre anomalie dentarie. La presenza di anomalie come incisivi laterali microdontici, dislocazione distale del secondo premolare mandibolare e infraocclusione dei molaretti decidui può essere considerata come indicatore precoce di rischio di inclusione canina.

Per quanto riguarda l’efficacia del trattamento combinato (REP+BTP+Ex C), gli Autori riportano solo un lieve aumento dell’efficacia (80%) rispetto a quanto contenuto da lavori relativi alla sola estrazione del deciduo (78% secondo Ericson e Kurol; 62% secondo Power e Short). Tuttavia gli Autori fanno notare che nel lavoro di Ericson e Kurol era considerato un successo anche il solo miglioramento della posizione del canino incluso. Al contrario, nel lavoro in esame il successo è stato determinato dall’eruzione completa del dente.

Il tasso di successo dell’approccio esaminato, inoltre, è risultato simile a quello con estrazione del deciduo associata a apparecchiatura fissa (75% secondo Olive), mentre è stato leggermente ridotto rispetto all’approccio con trazione extra-orale (88% secondo Baccetti et al).

Dal confronto con il gruppo controllo non trattato, invece, risulta che il trattamento intercettivo combinato REP+BTP+Ex C è un’opzione di trattamento efficace in pazienti di età compresa tra i 9 e i 13 anni di età con canini dislocati palatalmente. L’uso di questo protocollo ha, infatti, aumentato il tasso di eruzione significativamente (80% vs 28% del CG).